Eccoci all’ultimo appuntamento con la figura che, a mio avviso, è la più adatta a invitarci a non rinunciare mai ai sogni: l’artista (7)
Avete presente il film “La vita e’ bella?” Ecco, in quel film, il protagonista è un Sognatore con la S maiuscola, capace di inseguire i sogni del cuore che ti portano verso la persona amata malgrado le difficoltà, un Sognatore capace di rendere più sopportabile e gestibile la vita quotidiana rendendosi conto della “miseria umana”, che è un po’ di tutti, un Sognatore capace di vedere e creare una sorta di magia con le cose più banali, capace di giocare con la vita per superare anche i drammi che inevitabilmente ci coinvolgono, tutti.
Vi è mai capitato di sentirvi così pieni di sogni, di fantasia, ricchi di opzioni e progetti e idee che vi escono da una tasca o da un cassetto? Forse quando eravate adolescenti o bambini? Forse quando eravate innamorati? Forse nei momenti più belli della vostra vita? Forse fino a quando qualcuno non vi ha iniziato a dire non fare questo, non fare quello, questa cosa non è giusta, quest’altra è sbagliata, devi essere così, etc..
Certo quando esagera l’Artista non porta in chiusura le cose perché cerca di farne troppe o se poi va in stress tira fuori il peggio di “mr perfettino” che ha introiettato da certi insegnamenti e non si sopporta nemmeno lui ad essere così.
Il rischio fondamentale per l’artista è evitare il dolore e la profondità restando un pò una sorta di Peter Pan, ma se e quando impara ad affrontare i propri draghi e si permette di ascoltare la paura e il dolore profondi allora acquisisce nuovi e più intensi colori.
Se vi trovate a vivere una fase artista, possibilmente in modo più integrato, allora usate tutta la vostra immaginazione e fantasia per vivere i vostri sogni fino in fondo e senza farvi imbrigliare da chi cerca di farvi stare con i piedi per terra.
In questi giorni un tema ricorrente nei discorsi con alcune persone e nelle mie riflessioni è quello della sessualità. Ho ancora chiare come se fosse ieri, malgrado siano passati tanti anni, le frasi di due uomini che parlando del sesso avevano saputo trasmettere il fascino e la profondità di un aspetto spesso vissuto in modo troppo superficiale o troppo serio. La cosa curiosa è che uno dei due era un prete e nel descrivere l’orgasmo l’aveva dipinto come uno dei momenti di più alta spiritualità in cui avveniva l’incontro con Dio!
L’altro uomo, un maestro di discipline olistiche, scioccò molti miei compagni di corso dicendo una frase altrettanto bella: “anche un uomo/una donna coinvolti in più relazioni sessuali stanno cercando lì la loro dimensione spirituale, solo non riescono a trovare il modo giusto”. Ovviamente non stava parlando delle “toccate e fuga” con cui troppa gente è impegnata sessualmente (anche tra marito e moglie). Non intendeva affatto sponsorizzare una raccolta di “amanti”, né il contrario, o un “abbuffarsi” (visto che la “gola”, irrefrenabile necessità di assaporare tutto, è il peccato dell’artista tanto vale accennare il tema), ma nell’ambito di un discorso di trasformazione dei rapporti si stava trattando l’importanza della ricerca spirituale anche attraverso la dinamica della sessualità.
Trasformare la fantasia e la varietà delle opzioni in maggior opportunità di strategie di comportamento per vivere in modo nuovo, con maggiore profondità e coinvolgimento, riscoprire con occhi diversi, lasciarsi andare, abbandonarsi alla vita per lasciare che sia la vita a svelare il percorso che di volta in volta può essere differente, passare dalla mente al cuore.
Ma come? Per domare il fuoco dell’artista si può usare l’acqua. Attraverso l’elemento energia/acqua si può andare a lavorare con le emozioni, prendere contatto con la profondità interiore e lì incontrando la propria ombra iniziare il processo di dissoluzione della struttura idealista, accettare che esiste anche il dolore, prendere atto del proprio bisogno di essere amato e di amare, il bisogno di essere riconosciuto per ciò che si è, per ciò che si sa fare, accettare che … non tutto “ci sta davvero bene”.
Attraverso una buona gestione dell’energia ritirarsi dall’eccesso di vita, andando ad osservare come si è arrivati a tirare fuori una maschera da “giullare” per aiutare a reagire alla freddezza o alla depressione altrui. Grazie all’elemento acqua diviene più naturale accettare che esiste il dolore e il fuoco non ha più fiamme alte, la base resta sempre, ma il calore si trasforma, diminuendo attivazione ed esaltazione in favore di un colore più intimo. Arrendersi all’acqua per un artista può significare temere di perdersi, di perdere la propria natura di fuoco, magari può essere d’aiuto lavorare anche con l’elemento Ritmo-Legno e quindi con flessibilità ed eleganza dosare il ritmo attraverso una danza in cui in parte si guida e in parte si è guidati, rallentando laddove necessario per ascoltare meglio il ritmo e i messaggi del proprio corpo.
Se l’artista riesce a superare la ricerca di montagne russe può muoversi verso la figura dell’eremita aria/metallo e divenire improvvisamente più silenzioso, impara ad usare meglio il linguaggio, diviene più ordinato ed equilibrato. Riscoprendo il silenzio diviene più ricettivo e passa dal continuo cercare qualcosa-qualcuno all’incontrare qualcosa-qualcuno in uno spazio più spirituale. Talvolta può essere utile incontrare qualcuno che sappia insegnare il “no”, che personifichi un archetipo “saturnino” per aiutare l’artista (soprattutto il conservativo) ad affrontare gli eccessi, le bugie, i tradimenti o ad imparare a non rendere la vita o se stesso migliore all’apparenza a tutti i costi.
Un artista integrato ha appreso a sostenere ansia e desiderio con una forza interiore particolarmente rinvigorita, ha appreso ad usare una certa energia per lavorare nell’interiorità rafforzando anche l’elemento terra. Il corpo diviene quindi non più solo uno strumento di piacere o un mezzo con cui muoversi nella vita, ma un luogo in cui stare; un luogo in cui cervello e cuore stanno insieme, in cui si può accettare che l’amore umano non è perfetto .
Da questa “posizione” che, come tutto su questo piano, non è definitiva e bisogna “lavorarci”, ma una conquista da rinnovare, può partire un viaggio verso i sogni della propria anima, un viaggio in cui non si va in cerca, ma incontro alla vita.
Sognailmondochevuoi®