Sei una giovane Blanche, (“Un tram che si chiama desiderio”) che improvvisamente scopre di essersi innamorata “in modo pieno e totale” e la sua vita si trasforma “come un faro che si accende nel buio”.. E gli occhi si illuminano e per un attimo ti sembra di sognare e vedi tutto “rosa”.
Poi tutto precipita, senti di non essere ciò che voleva davvero lui (ma si può anche trattare di ruoli invertiti o misti) poi il tradimento…e.. poi non riesci più a trattenerti per il dolore, la rabbia, lo sdegno,la paura, non controlli più nemmeno le tue reazioni e anche se stai ballando e ridendo a un certo punto escono fuori parole fatali.
Poi il suicidio di lui e il senso di colpa inizia a devastarti, tanto che quel faro si spegne per sempre e non brillerà mai più una luce se non quella appena lieve di un mozzicone di candela.
Nella vita, la mancata la chiarezza, con se stessi o con gli altri, il non affrontare certe situazioni, dire delle cose in preda alla rabbia, alla paura, e all’impulsività senza rendersi conto del peso che possono avere sugli altri e sulle circostanze, non innescano forse situazioni a catena che portano solo sofferenza?
Ancora, entrare nei panni di Mommina e Verri (Pirandello): lei si trova messa da lui all’angolo, fisicamente visto il suo carattere violento, ma anche e soprattutto psicologicamente, torturata mentalmente con domande senza senso sui pensieri che poteva celare, su cose illecite che potrebbe aver fatto durante la giornata (impossibili visto che è prigioniera in quella casa ), sul passato che aveva vissuto con un altro, di cui ora Verri non riesce a farsene una ragione.
A quante persone è capitato di venir “imprigionati” in casa, messi sotto interrogatorio su presunte intenzioni di qualunque genere? Quante persone hanno rinunciato ai propri sogni? Quante volte capita che qualcuno dia priorità alle apparenze ai ruoli, a strane idee, che tormentano dentro, come una malattia che li consuma senza che si rendano conto che di questo si tratta? Quanti sono prigionieri di proprie paure e convinzioni limitanti che sono come carcerieri veri e propri?
A quanti è capitato di non riuscire a liberarsi da un passato ingombrante, di non riuscire ad andare oltre su qualcosa perché il passato è passato e non si può modificare o cancellare?
Cosa proviamo? Cosa possiamo fare? Non sempre le “medicine” o un “intervento chirurgico” sono la soluzione o l’unica soluzione. Non è facile rendersi conto che le “prigioni” spesso sono qualcosa che abbiamo contribuito a creare noi stessi e di conseguenza abbiamo il potere di aprire le porte. Le “prigioni” a volte sono dentro e non fuori.
Intanto..provare a chiudere gli occhi e ASCOLTARE I “PERSONAGGI” CHE CI ATTRAVERSANO e ASCOLTARE LE VERITA’ CHE IL CORPO E L’ANIMA CI VOGLIONO COMUNICARE.
Può essere difficile, ma è “lì'” che “ci” si incontra e da lì si parte per liberarsi.
Ti aspetto al prossimo appuntamento
Sognailmondochevuoi®