Please wait, loading...

 

Il giardinaggio e la vita: i tagli necessari - Sogna il mondo che vuoi ®

4 Settembre 2018da MARINA

Vi è mai capitato di pensare a cosa accadrebbe se lasciaste crescere troppo i vostri alberi? Probabilmente, se li avete, sapete già che devono essere tenuti a una certa altezza e potati in un modo specifico, mentre se non avete a che fare con orto e alberi non ci avete mai pensato.  Può capitare però che, per la poca esperienza, per la necessità di concentrare le energie altrove, per piogge particolarmente copiose, ci si ritrovi a dover fare un taglio deciso. Rami troppo alti potrebbero dare fastidio ai vicini o spezzarsi, potrebbero togliere respiro ad altre piante e farle morire, o quanto meno impedirne la crescita, inoltre in caso di alberi da frutto, se anche con la scala diventasse difficile raggiungere i rami fruttiferi, sarebbe come non averli salvo per il piacere di vederli e di offrire del cibo agli uccellini.

Ci sono dei casi in cui non resta che dare un bel taglio netto, a volte anche consapevoli che ci vorrà lungo tempo prima di una nuova fruttificazione.

Anche nella vita, come nel giardinaggio, ci sono situazioni in cui si presentano dei tagli. Possono essere tagli imposti, che si fatica a comprendere o ad accettare, come un abbandono o la morte improvvisa di una persona cara o tagli che scegliamo di fare consapevolmente per ripristinare “l’ordine delle cose”.

Spesso sono i troppi pensieri ed emozioni incontrollate, le nostre credenze limitanti che, come rami intrecciati, ci imbrigliano impedendo la nostra crescita.

Che si tratti di un addio, l’abbandono di una convinzione ed abitudine, il taglio di un albero poco importa; l’essere umano si trova sempre alle prese con i suoi attaccamenti talvolta resi ancora più difficili da metabolizzare da alcuni particolari difetti altrettanto umani. A chi non è capitato di avere una vocina interna, quando addirittura non fossero più voci esterne, che dice che non puoi stare bene se è successo quello che successo, che magari è colpa tua, che vuol mettere in discussione la tua autostima, il tuo equilibrio, che vuol farti sentire una brutta persona se non stai li continuamente a soffrire in perfetta empatia con la tragedia. Lui/lei ti ha lasciato? Tu non vali abbastanza. E’ morta una persona? Vuoi mica andare avanti! Lui/lei/loro sono sofferenti infelici e scontenti? E tu come puoi non esserlo?

Ma se tutto ciò che ci accade, potesse essere visto in parte come un lavoro di giardinaggio, se si potesse trovare una risposta o un senso leggendo nelle pagine dell’esistenza potrebbe forse essere più leggero quel carico di sofferenza? Potrebbe forse insegnare a non commettere due volte lo stesso errore? In fondo anche i bambini, prima di imparare a stare in piedi, gattonano, si alzano, cadono, si rialzano. Un albero che viene tagliato e per un certo tempo non fruttificherà ci insegnerà a curarne la successiva crescita in modo diverso, darà modo alle altre piante di trovare il loro spazio e forse lo stesso albero potrebbe, dopo quello strappo, avere una sorta di rinascita più forte e florida.

Quando stiamo soffrendo non ci sono parole di consolazione, possiamo però cogliere certe esperienze per diventare più forti, per apprezzare la vita, momento per momento, malgrado tutte le avversità o forse proprio a dispetto di quelle avversità. Lasciare andare è difficile, anche un’aspettativa, ma dobbiamo esercitarci a farlo giorno dopo giorno. Ci vuole la decisione e la determinazione della volontà, certo, ma poi anche compassione e accettazione.  Amore saggezza può significare anche agire con amore in ciò che la vita in questo momento ci  presenta ed esserci il più pienamente possibile adesso, per lasciare andare completamente quando saremo in un tempo diverso da ora.

Non possiamo impedire che certe cose accadano, ma possiamo decidere di non restare per sempre bloccati nel groviglio di attaccamenti e sabotaggi o auto-sabotaggi della vitalità.

Luce e saggezza della natura.

 

 

Condividi:

MARINA

Condividi:

a cura di Marina Pillon