Quante canzoni, parole, atti estremi, talvolta guerre, si sono fatte nel nome dell’”amore”. Quella che alcuni poeti definiscono “l’altra metà della mela” è qualcosa che cerchiamo fuori e che risuona con qualcosa che abbiamo dentro nascosto.
“Le due qualità Yin-Yang , ossia femminile maschile, sono presenti in ogni elemento vitale che si muove, quindi tra i due poli opposti in un’eterna danza duale dove si scambiano e si alternano, ma non possono esistere l’uno senza l’altro..Ogni volta che si palesa una manifestazione yin dietro si cela il suo complementare Yang e viceversa” (Cit. libro “Sogna il mondo che vuoi, vivi il mondo che sogni, sii il tuo sogno” – Marina Pillon ediz. You can Print)
Ma se dentro abbiamo già tutto perché lo cerchiamo fuori? Forse perché stiamo facendo percorsi di vita in corpi fisici che ci mettono in contatto fisico con gli altri? Allora perché mai così spesso il corpo viene bistrattato o non gli si riconosce il giusto valore?
Dentro abbiamo tutto, in porzioni e combinazioni varie, dentro “siamo” o quanto meno possiamo imparare ad “essere”, ma fuori intanto dobbiamo fare esperienza di tutte le nostre risorse.
Lasciare quindi andare vecchi bagagli che non servono più fatti di credenze limitanti che non sono più funzionali alla nostra crescita, vecchie abitudini che hanno svolto il loro compito ed ora invece sono solo un peso, relazioni che hanno esaurito lo scopo per cui si sono create. Lasciare andare pensieri cristallizzati che ci fanno dire “sono così, non posso cambiare, è l’altro che sbaglia, sono sfortunato, ormai non ci sono più possibilità,..”
Lasciare andare vecchie sofferenze, eventi positivi e negativi che ci hanno ancorati a un passato che è passato, ma ci portiamo dietro come una piccola, vecchia, malandata coperta di linus di cui non riusciamo a sbarazzarci.
Lasciare andare aspettative che ci trattengono e ci impediscono di muoverci davvero verso nuovi percorsi in cui incontrare anime che possono arricchire la nostra vita.
Non esistono bacchette magiche, le relazioni hanno fisiologicamente i loro alti e bassi , ma lavorandoci, con un percorso di coaching olistico trasformativo, o altri strumenti , è possibile apprendere ad affrontare, integrare, fare proprie le dinamiche delle emozioni, divenire più consapevoli e stabilire nuove connessioni a livello più profondo con un partner che condivida il viaggio.
Scegliere di intraprendere un viaggio interiore e di coaching consente di muoversi nella direzione in cui si possono lasciare andare situazioni che non sono più utili per la persona e far spazio ai propri talenti, a dimensioni prima non sperimentate, o non completamente, auto valorizzarsi ed apprezzarsi con un impatto anche sull’ambiente.
Scegliere di lavorare su se stessi può aiutare a comprendere cosa stiamo cercando, come vogliamo vivere, chi vogliamo accanto e dove è possibile incontrarlo.
Permettersi di esplorare le proprie emozioni, le proprie dinamiche interiori e strategie esterne è importante per non proiettare i propri bisogni e paure sugli altri e di conseguenza trovare un partner più aderente alle proprie esigenze.
Sicuramente affrontare un viaggio di approfondimento di sé e di coaching, o anche self-coaching è importante per migliorare la comunicazione, fondamentale in qualunque relazione.
Quanto spesso non si sa realmente come ci si sente o cosa prova il partner facendo errate deduzioni, supposizioni o interrogatori inquisitori? Comunicare, imparare a comunicare, migliorare la comunicazione è importante.
Anche con noi stessi, nel nostro dialogo interiore talvolta ci auto sabotiamo o usiamo una comunicazione violenta.
Imparare a dialogare anziché manipolare, imporre, incolpare, a muoversi come in un tango , scegliere l’impegno, anche con se stessi, anziché subire il dovere, imparare ad ascoltare ed ascoltarsi in modo nuovo.
Fare coaching relazionale vuol dire apprendere ad immaginare anche la prospettiva del partner, trovare una terza e poi una quarta prospettiva ed imparare a sintonizzarsi realmente con se stessi e con l’altro in nuove dimensioni.
Ci si potrebbe sorprendere a far nascere o rinascere nuovi atteggiamenti di premura e attenzione, valorizzazione di ciascuna delle parti e dell’insieme come risultato dell’interazione che è sempre diversa se si impara a non dare le cose per scontate.
Lascia andare come una vecchia pelle di serpente tutto ciò che “è stato”, ma ora non “è”. Che si tratti di un viaggio di coaching trasformazionale o semplice percorso di crescita riscopri il nuovo che si cela dietro a quella “vecchia pelle”.
Chi sei ora? Cosa vuoi sperimentare? Cosa puoi offrire all’altro per aiutarlo mentre fa il suo percorso per esprimere il suo “miglior se stesso”?
Sognailmondochevuoi®
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