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Pet therapy e anima animale - Sogna il mondo che vuoi ®

19 Agosto 2018da MARINA

 

E’ ormai diffuso il concetto di pet therapy. Sinteticamente potremmo definirlo come l’interazione uomo-animale in una cornice di terapia dolce ad integrazione delle normali cure. Normalmente viene impiegata in anziani, bambini e persone con particolari disabilità.

Gli animali coinvolti sono per lo più animali domestici (pet) come cani e gatti, estendendo poi alcune attività anche con cavalli, asini ed altri animali.

Anche senza strutturare le attività, che potremmo definire appunto pet therapy, è innegabile il beneficio di un contatto con una piccola creatura che permette di interagire con delicatezza, gioco, movimento, rilasciando tensioni e distraendo dalle piccole e grandi difficoltà quotidiane.

D’altro canto, prendersi cura di un’animale favorisce il senso di responsabilità e rimanda al bambino, o all’adulto con alcuni deficit, un’immagine positiva, valida. Spesso può essere quell’elemento che aiuta un cambiamento nel proprio rapportarsi quotidiano; provate a pensare al film “Qualcosa è cambiato”, interpretato da un formidabile Jack Nicholson, e il suo rapporto con il cagnolino Verdel (vi consiglio di vedere quel film).

Pensate agli animali nell’impiego psico-educativo, in disturbi della sfera emotiva e comportamentale,  ma anche per superare difficoltà neuro-motorie; per esempio ai cani (in alcuni casi anche scimmie) che supportato individui con difficoltà motorie come se fossero un’espansione delle loro possibilità di azione e movimento.

Accanto al benessere che l’animale offre nella sua interazione in campo di cura o anche solo di compagnia ci sono poi elementi più profondi.

Rudolf Steiner sembra aver indicato gli strumenti di cui dotarsi per affrontare in modo pratico la conoscenza e, sul tema problematiche nel rapporto fra animale e uomo, avrebbe concluso che sarebbe stato risolvibile unicamente dopo aver portato chiarezza interiore e collocato entrambi al loro giusto posto.

Ora, non si tratta di parlare di inferiore o superiore, ma riconoscere le differenze e rispettarle.

Non approfondirò la visione antroposofica, cui però vi invito caldamente ad approcciare quando vi sentirete, ma alcuni punti è importante condividerli.

Animale e uomo condividono molte facoltà, ma si differenziano indubbiamente dalla stazione eretta, il linguaggio e il pensiero. Queste capacità hanno consentito all’uomo di procedere verso l’autocoscienza. Quando diciamo” Io”, in modo ancora impreciso,  ci riferiamo a quella parte di noi che ci consente di superare istinti e desideri, di scegliere in base ai nostri ideali. Ciascun uomo ha un “Io” individuale, mentre per gli animali, nostri fratelli e sorelle più giovani, esiste una complessiva anima animale.

Questo comporta che non possiamo relazionarci pensandoli e trattandoli come esseri umani, perché tali non sono, ma siamo responsabili per il nostro karma e per la loro evoluzione di un corretto rapporto.

Quando noi soffriamo, possiamo contestualizzare, dare un significato e usare l’evento per evolvere. Gli animali, secondo una visione antroposofica, non hanno questa possibilità, quindi per loro la sofferenza è solo sofferenza. Alleviare la loro sofferenza, non crearne ha quindi un enorme valore.

Parlando di sofferenze, pensate agli interventi di quegli animali che si sacrificano e salvano umani.  Gli animali non vedono come noi, concretamente da un punto di vista ottico ciò che appare loro sono immagini più sfocate rispetto alle nostre, tuttavia vedono altre cose su un piano eterico a noi, per lo più, inaccessibile. Proprio perché diversi da noi,  capaci di una percezione superiore , come dei “supereroi” in alcuni ambiti, spesso hanno una fondamentale importanza nel nostro destino e nella nostra salvezza.

Per questo e molte altre cose, dovremmo imparare ad avere un atteggiamento più riconoscente e procedere a muoverci verso stili di vita a tendere che sempre meno creano danno alle altre creature.

Gli animali hanno una coscienza percettiva che li collega ad altri elementi o vibrazioni che risuonano in loro come immagini interiori. Questo permette nell’interazione con un altro essere di percepire l’impressione come gradevole o sgradevole, positivo o pericoloso; non ci sono rischi di errata interpretazione come tra gli esseri umani.

Dall’interazione quotidiana con l’uomo, l’animale può apprendere cose che attualmente non sono presenti nel suo stadio, ma che saranno utili nello sviluppo dell’anima di gruppo animale cui appartiene.

Ciascuno ha il proprio percorso evolutivo, occorre riconoscimento e rispetto delle reciproche differenze e, nella stretta convivenza che si crea con alcuni animali, è importante essere consapevoli che il tempo e le esperienze condivise, una volta che l’animale sarà morto, non saranno svanite. La sua anima infatti si riunirà all’Anima di gruppo portando con sé tutte le informazioni raccolte durante la vita. Immaginate informazioni di una vita ricca di amore.

Ti aspetto al prossimo approfondimento.

Sognailmondochevuoi®

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MARINA

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a cura di Marina Pillon