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La sofferenza non deve essere per sempre - Sogna il mondo che vuoi ®

6 Ottobre 2023da MARINA0

In queste settimane si sono verificati vari avvenimenti che mi han fatto pensare ai diversi modi di affrontare gli eventi e in particolar modo quelli che hanno causato sofferenza.

Nello specifico ho osservato come ci siano persone che riescono a elaborare il proprio vissuto e andare oltre, mentre altre, o le stesse in momenti diversi, restino bloccate nel passato.

Poco male se si è ben strutturati, se si tratta di difficoltà momentanee e lievi, se si ha una buona rete di supporto e si è inseriti in un ambiente che permette pian piano di trovare la strada giusta, rielaborando gli accadimenti e crescendo anche grazie ad essi.

Tutt’altra storia quando la sofferenza rende la persona arrabbiata con la vita, nociva per se stessa e gli altri.

Trarre da difficoltà, lutti, dolori importanti, un’occasione per imparare qualcosa di nuovo su se stessi è a disposizione di tutti, ma richiede uno sforzo. Si chiama lavoro su di sé.

Riguarda tutti indistintamente, laureati, persone che non hanno finito le scuole, ricchi, poveri, di ogni luogo. La differenza sta nell’essere flessibili, nell’accogliere il dolore, nella volontà e disponibilità di ascoltare se stessi.

Quando dolori e conflitti si sono accumulati per troppo tempo si riflettono sul proprio benessere ed anche sul mondo esterno.

Può accadere così che rabbia e frustrazione si facciano sentire con problemi di salute, come vengano riversati inconsapevolmente sugli altri con semplici atteggiamenti ostili quando addirittura non si trasformino in atti aggressivi.

Potrebbe essere che antiche paure, risvegliate da eventi improvvisi portino a bloccarsi, come anche potrebbero riversarsi in azioni che sono solo un “fuggire da”.

Di qualunque situazione si tratti, il processo di guarigione è complesso e il percorso è lungo, ma partire dall’accettazione di ciò che è accaduto e come ci si è sentiti in relazione ad esso è il primo passo personale per riappropriarsi del potere di star meglio.

E’ vero però che ci sono persone che non si rendono conto dello stato in cui sono e del dolore che provocano a se stessi in primis, poi anche agli altri. Mi riferisco alle tante persone arrabbiate con la vita e che scaricano la propria rabbia e frustrazione sul mondo, cercando occasioni di scontri e risse, verbali o fisiche, o anche semplicemente lamentele in loop.

Per queste, tuttavia, se adulte e non disposte a guardarsi dentro, non si può far molto. E’ loro responsabilità se la sofferenza si è cristallizzata, sprecando l’occasione di crescere e scrivere copioni diversi per il presente e il futuro.

  • Il dolore è l’agonia di un istante, l’indulgere nel dolore è l’errore di una vita. (Benjamin Disraeli)

 

Per tutti gli altri invece c’e’ la possibilità almeno di alcune riflessioni.

Per questo mese ti propongo di iniziare con delle passeggiate in cui riflettere sulle seguenti domande:

Cosa puoi imparare da ciò che hai vissuto e come hai reagito?

C’e’ una persona che secondo te è riuscita a uscire al meglio da quella situazione? Quali risorse possiede? In che modo ha reagito?

Poniti una di queste domande e poi fai una passeggiata lasciando che i pensieri emergano liberamente.

Buon ascolto.

 

 

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MARINA

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a cura di Marina Pillon