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Sentire - Sentirsi bene - Sogna il mondo che vuoi ®

4 Febbraio 2024da MARINA1

In questi giorni mi sono ritrovata a parlare di difficoltà cognitive, Alzheimer e malattie assimilabili sotto punti di vista differenti. La paura di ritrovarsi soli a gestirne situazioni cui non si è preparati, l’interrogativo di come l’a.i. possa essere di supporto nel prossimo futuro, il timore di non riconoscere i sintomi in qualcuno che ci è accanto e sta invecchiando male, l’aumento dei sintomi dopo la pandemia e l’isolamento, l’interrogativo e lo smarrimento di chi è direttamente impattato e comprende che qualcosa non va, ma non sa esattamente cosa.

Difficoltà ad orientarsi, perdita di interesse nel fare le cose abituali e al contempo possibili comportamenti che sembrano insensati, sbalzi di umore e aumento della sospettosità e confusione, difficoltà di comprensione rispetto a prima, dimenticare sempre di più le cose, chiudersi sempre più, ecco alcuni dei sintomi che qualcosa non va.

Leggevo qualche giorno fa, non ricordo in quale articolo di medicina, che da alcuni studi sembra che anche il calo dell’udito possa essere un indicatore di certe malattie o quanto meno che chi è alle prese con la perdita di udito possa avere maggiori possibilità di declino cognitivo alla base di patologie neurovegetative. Sebbene non siano ancora chiare le correlazioni, sempre chiacchierando sul tema è emersa una considerazione che vi condivido.

Immaginiamo di avere un raffreddore tanto importante da avere le orecchie tappate o di essere stati, nostro malgrado, in presenza di fuochi di artificio con botti esagerati, o in un locale per ore in presenza di musica a elevati decibel. Ci sentiremmo quanto meno ovattati con una forma leggera di ipoacusia che ci impedisce di recepire quelle informazioni che abitualmente sentiremmo: una macchina che spunta improvvisamente nella strada, un uccellino in lontananza che cinguetta, una foglia che cade, un oggetto che si sgancia da un piano superiore per poi precipitare su di noi.

La diminuzione dell’udito può quindi portare a degradazione delle informazioni che, in caso di suoni piacevoli, ci deruba del godere di alcuni aspetti o, in caso di pericoli, di garantire la nostra sicurezza.

Se ci sentiamo meno bene inoltre lo sforzo per raccogliere, consciamente o inconsciamente, quelle informazioni utili per muoverci quotidianamente nell’ambiente sarà maggiore e alle spese magari di altre attività come attenzione o funzione esecutiva. Se poi il canale auditivo è uno dei nostri prioritari saremmo ancora più danneggiati. *

Non trascuriamo difficoltà protratte, anche quelle che riguardano l’udito. Potremmo scoprire di avere magari solo dei tappi nelle orecchie, un’infezione o un deficit che, curati o supportati da apparecchi medici tecnologici, ci permetterebbero di riappropriarci di sicurezza e benessere.

Accanto al sentire dell’udito poi c’è anche il sentire cinestesico. Dopo i problemi della pandemia e tutto ciò che direttamente o indirettamente ha impattato, sono aumentati di molto i malesseri su tutta la popolazione. Se però questi si sommano ad altre difficoltà, allora diventa tutto più difficile, come se sfuggisse il controllo, come se ogni cosa portasse ansia.

Se vi è capitato occasionalmente di provare questa sensazione vi propongo di fare un esercizio semplice, sicuro e a costo zero. La prossima volta che andate in mezzo alla gente per delle commissioni o anche, perché no, dal medico o alla cassa di un supermercato, mentre siete in coda osservate i vostri pensieri e la vostra postura. Poi una volta a casa segnateli su un foglio da confrontare per le prossime volte. Probabilmente se stavate facendo una commissione non proprio per piacere la vostra mente è volata via e magari non vi siete accorti di un bambino in fondo a una stanza che vi stava sorridendo o un’altra persona che con lo sguardo cercava qualcuno con cui parlare. Mentre di aspetti sgradevoli è più facile ci si accorga, quando abbiamo il pilota automatico ci perdiamo momenti di vita preziosi. Esercitatevi a gustare le attese e a permettere pian piano di arricchirvi e arricchire grazie a una postura più rilassata, uno sguardo meno corrucciato, una disposizione d’animo più aperta e meno ansiosa. Questo esercizio potrà sembrare banale, ma allena l’attenzione e non solo aiuta a mantenerci attivi, ma potrebbe farci riscoprire messaggi importanti. Col tempo allenarsi alla presenza potrebbe far provare in modo nuovo il piacere della compagnia. Intanto se siete riusciti a leggere almeno fino a qui complimenti, a dispetto del consumo dell’avanzare dell’età e una società che ci allena al fast-information, la vostra capacità di attenzione è già buona.

Sentire – Sentirsi meglio

E’ naturale che con il tempo, come le cose, anche l’uomo abbia bisogno di ‘manutenzione’ e alcune parti vadano logorandosi, ancor più se ci sono elementi di ereditarietà, ma, lasciando stare la fase più avanzata di certe malattie, così come gli aspetti prettamente medici, cosa è possibile fare per contribuire a una buona ‘manutenzione’ della nostra ‘macchina’? Come possiamo aiutare noi stessi o chi ci sta vicino a mantenere, per quanto possibile, una qualità della vita più soddisfacente e meno complicata?

Partendo dal presupposto che ai primi sintomi che qualcosa non va è fondamentale che ci si rivolga al proprio medico per accertamenti o definire cosa fare, ci sono però anche altre cose che possono essere integrate.

Soprattutto quando non impatta noi direttamente e si sta facendo fatica a convincere la persona interessata o se siamo noi a sentire di non essere al meglio e vogliamo partire dalle cose più ovvie prima di fare accertamenti.

Ricordando comunque che prevenire è sempre più facile di curare e che certe situazioni prese in tempo possono decisamente avere un diverso decorso, contemporaneamente mettiamo in campo anche tutto ciò che madre natura ci offre.

Dall’alimento il medicamento

Un’alimentazione sana e variegata, ricca soprattutto di frutta e verdura che contiene vitamine utili ancor più per contrastare l’invecchiamento e la degenerazione cognitiva: B, C, E.. un’alimentazione ricca e sana può davvero contribuire a rallentare il processo. Se poi seguite una dieta particolare che potrebbe avere delle carenze, come la B12 per alcuni vegetariani, alcuni integratori potrebbero fare la differenza. Sembra infatti, da alcune ricerche, che la carenza di B 12 e i folati, contribuiscano a portare deficit cognitivi.  Utile anche il pesce, gli integratori di omega 3 e il selenio. Un altro elemento che qualcuno indica come utile per l’Alzheimer sembra essere il Ginkgo biloba. Ma mi raccomando non datevi al fai da te. Chiedete un consiglio al vostro medico di fiducia o a un buon nutrizionista. Ogni buon alimento, opportuno per la persona, può essere un medicamento o un’ottima prevenzione. State mangiando bene? Può essere necessaria una dieta specifica?

Recuperare la gioia persa insieme a vecchie passioni

A volte dimentichiamo che la gioia è nelle piccole cose, oppure ce lo raccontiamo, ma non lo viviamo davvero. Se con il tempo o per motivi indipendenti dalla nostra volontà non possiamo più praticare antiche passioni non significa che non possano essercene nuove. In attesa di riscoprire nuovi interessi è importante e utile esercitarsi a fare con gioia le cose quotidiane.  Con la presenza, il qui e ora, anche lavare i piatti, prendersi cura di una pianta, farsi la barba, può essere un’attività piacevole. La nostra memoria cellulare, una volta recuperata la memoria del piacere o della gioia, ci aiuterà a trovare nuove opportunità.

Movimento corpo mente

La vita è movimento. Fare almeno una passeggiata di mezzora al giorno, o comunque esercizio fisico quotidiano, allenare la mente attraverso letture specifiche, puzzle o l’enigmistica aiutano a mantenere attivi e vitali.

 Respirare benessere

Molte ricerche hanno dimostrato i vantaggi sulla salute della meditazione, lo yoga o la semplice respirazione. Da uno studio pubblicato su Scientific Reports, risulta che una sperimentazione condotta su soggetti a cui era stato chiesto di fare un esercizio di respirazione per almeno 20 minuti 2 volte al giorno ha dato come risultato la riduzione nel sangue dei livelli di peptidi associati al morbo di Alzheimer.

Vi lascio quindi con quest’ultimo semplice esercizio di respirazione, peraltro utile a tutti.

Semplicemente esercitatevi con inspirare contando fino a 5, trattenete per 1 secondo, poi espirate nuovamente fino a 5 e poi 1 secondo di pausa per poi ricominciare. Lentamente. Un esercizio da sperimentare per almeno due volte al giorno per circa 10 minuti. Fatelo, fatelo fare per circa 21 giorni. Annotate le sensazioni di giorno per giorno. Mi raccomando scrivendo a mano con carta e penna, non con un dispositivo tecnologico.

Provate intanto con 10 minuti per due volte al giorno, ne potrete godere i risultati di una migliore ossigenazione e concentrazione e, perché no, anche un senso di rilassamento. Il respiro è vita.

Come respiriamo influenza la frequenza cardiaca, a sua volta il sistema nervoso e il cervello. Esercitatevi, magari meglio ancora in mezzo alla natura o vicino a una pianta, guardando semplicemente il cielo se non è possibile diversamente. Respirate per portare benessere dentro di voi e immaginando di portare equilibrio e armonia attraverso questa sincronizzazione. Fate questo e tutto ciò che potete, per voi stessi per non ritrovarvi un giorno improvvisamente in un luogo e non sapere come ci siete finiti (o per rallentare il più possibile l’arrivo di quel giorno, o perché non si verifichi di nuovo). Fatelo per gli altri per non ferirli con comportamenti e frasi aggressive che potreste riversare anche sui cari senza nemmeno rendervene conto.

Fatelo finché possibile.

Un giorno potrà essere il tempo di medicine innovative, care giver amorevoli o robottini che ricordano di prendere la medicina e seguono la persona affinché non si faccia male, mandando poi segnali di allarme, ma oggi, fin che possibile, esercitiamoci a regalarci e regalare benessere.

Esercitiamo il benessere della nostra memoria cellulare!

 

 

 

 

 

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Buon  febbraio!

 

*Se vuoi approfondire leggi il mio libro ‘Sogna il mondo che vuoi, vivi il mondo che sogni , Sii il tuo sogno’ o articoli sul mio sito che trattano di Enneagramma e i 5 elementi

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MARINA

Un commento

  • francesca

    5 Febbraio 2024 a 18:00

    Coincidenze? esistono? sincronicità? esiste? o semplicemente attiriamo cio’che abbiamo dentro in quel momento della vita e lo specchiamo fuori e quindi torna? Questo e’ un periodo di riflessioni, di consapevolezze, di esercizi di meditazione, di lavoro di respirazione, di ripresa di movimento in mezzo alla natura che mi e’ troppo mancato, di sperimentazione di novità col pilates mettendo in campo il corpo a tentare cose nuove (che faticaaa), di silenzio interiore, di letture riprese dopo assenza, di tempi e ritmi miei senza piu’ adeguarmi alle necessità altrui quando certi spazi familiari me lo permettono, di scelta di avere affianco persone che mi fanno bene e non mi inquinano le “vibrazioni”. Sto riprendendo le redini di me, con fatica, cerco piccoli momenti dove agire le cose che so tradursi in benessere per me, senza piu’ preoccuparmi a tutti i costi di quello altrui, senza affanno e sensi di colpa e del dovere che hanno costellato il mio percorso fino a poco tempo fa. Sto facendo selezione insomma, forse per la prima volta. Ho esperienza ravvicinata di una malattia neurodegenerativa come il parkinson e la qualità della vita, inclusi i pensieri, oltre che il cibo pulito e le buone pratiche, sono il mio desiderio di vita per i prossimi anni.

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a cura di Marina Pillon